Un posto fesso

Insomma, non se ne esce. Dopo i bamboccioni, i fannulloni, gli sfigati, arriva la sveglia di Monti.

“Datevi una mossa, il posto fisso è noioso”. A chi parlava, il presidente? Ai sessantenni? Ai cinquantenni?

Non certo alla mia generazione.

Io il posto fisso non so nemmeno cosa sia. Noi ci accontentiamo anche di un posto fesso. Da sempre.

A tre mesi, a sei mesi. A due anni. A quindici giorni. Con contratto. Senza contratto. Con quale contratto? Partita Iva, cococo, cocopro, gestioni separate, l’extra a nero, anzi tutto a nero, non ti ammalare, non vorrai mica avere figli, niente mutui, case condivise a quarant’anni, come studenti, ah gli studenti, sfigati i fuoricorso, ma che mi laureo a fare?

Quando sento certe uscite mi chiedo se io vivo su Marte, oppure ci vivono loro. E non mi riferisco solo ai politici. Ma anche a certi sindacalisti, o certe categorie.

Ho avuto la stessa sensazione quando si parlava di pensioni. Levate di scudi perchè qualcuno non poteva più andarci a 57-58 anni e doveva andarci a 65. Dio mio!

Che cos’è il posto fisso? Che cos’è la pensione?

Più o meno lo stesso straniamento lo vivo con l’articolo 18.

Mai visto. Cos’è l’articolo 18?

La sensazione è quella di vivere in un mondo impazzito, un corto circuito permanente. Si parla un linguaggio antico per questioni tutte moderne. Si fissano slogan per vicende complesse. Si banalizza, e non si semplifica.

E’ tutto così volgare, e io ho una gran voglia di menare un bel calcio in culo a tutto e riprendermi la dignità.

Quanti pezzi ho strappato alla mia dignità per rendermi “flessibile”, e tenermi al mondo?

Apro una parentesi personale: in queste settimane sto facendo un curioso giro di radio e tv. Sono stato a Rainews 24, con Corradino Mineo. E poi dalla gentilissima Paola Saluzzi, su Sky cielo. E poi a Rapporto Carelli, su Skytg24. E da Nicoletti, su radio24. E su radiotre. E su radio Capital. E altro ancora.

Mi chiamano per parlare del mio libro, un romanzo connesso all’attualità , che si interfaccia bene alle discussioni su lavoro e crisi.

Mi chiedono opinioni, punti di vista, mi ascoltano.

Poi chiudo il collegamento e torno nella mia melma personale. La mia precarietà. Il patema di chiedere a qualcuno – un giornale, un direttore, un caporedattore, un telefono muto, una mail senza risposta – se vuole un tuo articolo.

L’imbarazzo di proporsi in continuazione, provando ad essere brillante, vivace, sprint, mentre ti sei rotto abbastanza le palle.

Stare lì a chiedere spazi, e non trovare più le parole. Il desiderio che, per una volta, sia un giornale a chiamare te e a dirti “neh, coglione, abbiamo letto quello che scrivi, non ci sembra male, vuoi collaborare?”.

Ho detto collaborare, mica essere assunto.

Macchè.

Se non hai un padrino, un compare, un familiare, un amico, un passepartout, e mica ti chiamano.

Ah, no. Ti chiamano per fare l’ospite, per dire la tua, per sentirti. Per elogiarti. Ma nessuno che si giochi una scommessa su quella specie di talento che tutti ti riconoscono e nessuno si piglia.

Nessuno che faccia una mossa.

Scendi dal palcoscenico, si spengono i riflettori, e poi ti siedi, da solo, alla tua scrivania. Pensi a chi potresti proporre, oggi, un articolo. E cosa potresti inventarti per fare uscire un pezzo e guadagnarti una ventina di euro (lordi).

Oppure fai due conti. Magari per un po’ passo. Anzi, no. Batti il ferro, mi dicono. Batto, batto. Come le puttane, no?

Penso che questa palude puzzolente ci abbia tolto, fondamentalmente, una cosa. La dignità.

Si può avere ancora un po’ dignità, presidente Monti, o è un lusso che non possiamo permetterci?

22 pensieri riguardo “Un posto fesso”

  1. Il più bel post. Lo twitto. Anche io spero, mi divincolo nella melma, ogni giorno, anche se come nel fango più ti muovi e prima rischi di affondare… Ma al tempo stesso chi non si muove è morto lo stesso… e pure senza dignità

  2. Bellissimo post, complimenti. Io penso che sei bravo a scrivere, non mollare. Se nessun giornale ha il coraggio di scommettere su di te, non valgono assolutamente nulla e fanno parte di quella melma schifosa che ha soffocato la parte più bella e brava di questa società. Peggio per loro.
    Ciao

  3. Davvero notevole… I tuoi articoli si fanno leggere (e rileggere) tutti d’un fiato… Per quanto mi riguarda il tuo è uno dei migliori blog a livello nazionale, complimenti!! Continua così, non mollare…

  4. Ancora una volta hai colpito il segno. E’ questa una denuncia sacrosanta! Quale posto fisso? Anche qui la conclusione è amara, come lo era quella del post “Se Steve Jobs..”. Ancora una volta dimostri il tuo talento. Complimenti! Tuttavia non bisogna scoraggiarsi. L’ ultimo capitolo del tuo libro che hai aggiunto al post originario apre a una speranza, bisogna coltivare questa speranza!

  5. Lucido, essenziale…e triste. A volte mi domando: ma siamo sicuri che c’è una via d’uscita? Siamo sicuri che il “SISTEMA” può cambiare? Io più che fare con onestà e dignità il mio lavoro, pagare le tasse…compreso il canone RAI (!!!), non cercare sempre ed a tutti costi una scorciatoia o una corsia preferenziale, che altro posso fare? Andare in piazza? Ottimo! Non ci credo alla piazza…non più!

  6. Complimenti, come sempre. I tuoi post possono benissimo sostituire certi editoriali scritti da gente obsoleta e ripetitiva… Te lo auguro di cuore!!

  7. Luigi :
    Ancora una volta hai colpito il segno. E’ questa una denuncia sacrosanta! Quale posto fisso? Anche qui la conclusione è amara, come lo era quella del post “Se Steve Jobs..”. Ancora una volta dimostri il tuo talento. Complimenti! Tuttavia non bisogna scoraggiarsi. L’ ultimo capitolo del tuo libro che hai aggiunto al post originario apre a una speranza, bisogna coltivare questa speranza!

  8. Conosci bene l’affetto che ti porto. E la stima, una grande stima. Nel merito condivido tutto quello che scrivi, ogni singola parola.
    Ma i toni, no. Non li condivido, non mi appartengono. Mi sa di piagnisteo e sai bene quanto ne sono allergica.
    C’è bisogno di chiedere se si può avere un po’ di dignità? Se ce l’hai la urli, la sbatti in faccia a chi pensa il contrario. Questo sistema dipende anche dalla NOSTRA incapacità di prenderli a martellate sulle gengive.
    Ma io sono ottimista, ce la faremo in qualche modo a cambiare le cose..
    Con grande adorazione
    Rossana

  9. non ti posso dire la solita frase ” non ti arrendere”. posso solo leggerti, divulgarti nel mio piccolo e dirti che sei bravo (anche se magari uno si mangia il ca**o ancora di più). un abbraccio! Stefania

  10. Quanto hai ragione! E poi vogliamo parlare di come sia simpatico per noi fare la dichiarazione dei redditi? Che nessuno ti dice che con un paio di CUD e alcune ritenute d’acconto che a malapena ti han portato a prendere 1000 euro al mese (netti?) rischi di smenarci almeno due mesi di guadagno in tasse?

  11. sono una sessantenne che ha sempre avuto il posto fisso……ma mai annoiata, credetemi
    forse affaticata dal trottare tra la casalinga-madre-lavoratrice ( tutti posti fissi!!).
    c’è una frase che sento dire da sempre e che mi fa girare le p…le : ” se sei bravo e hai i numeri prima o poi ti cercan loro”.
    Ammesso che sia vero, e che con tanta fortuna uno riesca a far vedere tutto questo grande valore….ma se sei solo normale come milioni di giovani normali,come funziona?
    io non ho soluzioni , ma vorrei anche che tutti quei geni opinionisti che pontificano in tv la smettessero di parlare in “maturitanese” (un nuovo termine coniato da me che significa all’incirca parlare come se si stesse svolgendo un tema di italiano alla maturità): parole VUOTE, esagerato uso del condizionale, e MAI DICO MAI….un verbo al FUTURO IN PRIMA PERSONA

  12. Ma in Italia oramai non ti si fila nessuno neanche se hai un amico, un compare, un familiare e avanti. Buio su tutta la linea

  13. Il mondo non è impazzito, anzi. Mi sembra tutto coerente. Ma perchè sfrocoliare l’articolo 18 e tante altre belle garanzie di carta? Perchè neanche più la carta….
    Le tutele sul lavoro vanno estese a tutti? No! Eliminate per tutti. L’uguaglianza è a kiù bella cosa!
    Il faraone dice che dobbiamo costruire le piramidi, ma con il sorriso sulle labbra e la ferma consapevolezza che la natura e Dio ci hanno voluto schiavi, e che tali dobbiamo felicemente restare amen. Con un occhio di riguardo per l’uomo più violento, spregiudicato e meglio ancora se ignorante, se no, il lavoro sporco chi lo fa?
    La dignità? Sei out, è roba da giacobbini.
    Per il resto, sono sinceramente convinto che i tuoi libri li vendi. Sei bravo! Non ti avvilire proprio adesso, é solo un giorno che non và…(http://www.youtube.com/watch?v=rkiahmSzgVs). Mi rendo conto che vivere dall’interno gli studi televisi, può far venire lo schifo di campare, ma secondo me ti conviene puttaneggiare un altro pò, tanto pompino più,pompino meno… 🙂

  14. Il fissare vuoto e speranzoso della mail in attesa che qualcuno a cui hai inviato un testo scritto o una proposta di collaborazione (sbilanciata a favore di chi la riceve e non di chi la offre) ti risponda è diventata una parte sempre più preponderante della mia giornata di “lavoro”.

    Un’attesa stancante.

    Sentire proposte di “professoroni” che sanno esattamente come farci uscire dal pantano e che, ad ogni stacco pubblicitario, non si rendono conto che la melma è salita di un’altra spanna. Continuano a parlare, a pontificare sperando che con il tempo o affoghiamo tutti o il pantano si asciughi da solo, scommettendo le nostre vite sulle loro teorie.

    Fossimo in guerra, mi arrenderei al nemico. Ma qui, in questi tempi e in questo Paese, proprio non so a chi arrendermi.

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