Ti leggo spesso.
Sono anche io un ragazzo che sognava di fare il giornalista. Scrivere è l’unica cosa che so fare bene e, ab illo tempore, decisi per questo di iscrivermi a scienze politiche.
Oggi ho 31 anni e una laurea. Non essendo figlio o nipote di ho capito da tempo che la strada del giornalismo è per me off limits. Ho provato a buttarmi sulle offerte di lavoro negli uffici stampa o comunicazione delle aziende; inutile dire che è peggio che andar di notte.
Sai che lavoro faccio? Sono sfruttato e sottopagato in un call center del gruppo Telecom. Facevo assistenza guasti al 187, poi ci hanno sbattuto a fare i venditori outbound…
Scrivo ancora, ma gratis. Giornaletto gratuito di Casoria, la mia città.
Quando ti leggo rivedo me. Ed anch’io, come te, ho per anni tenuto un blog in cui sfogavo la mia voglia di scrivere confidando segretamente nel fatto che qualcuno mi leggesse. Poi la mia frustrazione ha preso il sopravvento e sono scivolato verso un estremismo che ha reso le mie idee meno popolari. Così l’ho abbandonato e mi accontento di scribacchiare su qualche sitarello amatoriale. E sapessi quanto fanno male quei complimenti ricevuti da chi (tra cui un famoso giornalista napoletano) ha avuto modo di leggere i miei lavori.
Sto pensando a scappare all’estero…sarà giusto? Non farei il giornalista, ma almeno vivrei in un ambiente migliore…mediocrità lavorativa per mediocrità lavorativa…
Un saluto
Caro Marcello, quando ti leggo rivedo me stesso.
Ho 31 anni e da bambino sognavo di fare il giornalista; del resto scrivere è l’unica cosa che mi riesce veramente bene.
A 18 anni decisi così di iscrivermi a Scienze politiche e nel 2007 mi sono laureato con una votazione abbastanza buona.
Oggi lavoro in un call center del gruppo Telecom; 800 euro al mese, mi chiamano “risorsa”. Ero sui guasti telefonici, poi un bel giorno mi hanno sbattuto a fare le vendite telefoniche. Ti rendi conto?
Intanto scrivo per un giornale settimanale di Casoria e collaboro saltuariamente con sitarelli amatoriali sul calcio Napoli. Ogni tanto ricevo qualche complimento importante (tipo quelli di Umberto Chiariello) e, come potrai ben immaginare, la rabbia cresce in maniera esponenziale.
Inizio a pensare che forse emigrerò in Francia per provare ad insegnare italiano nelle scuole private.
Tutto qua.
Ti leggo spesso.
Sono anche io un ragazzo che sognava di fare il giornalista. Scrivere è l’unica cosa che so fare bene e, ab illo tempore, decisi per questo di iscrivermi a scienze politiche.
Oggi ho 31 anni e una laurea. Non essendo figlio o nipote di ho capito da tempo che la strada del giornalismo è per me off limits. Ho provato a buttarmi sulle offerte di lavoro negli uffici stampa o comunicazione delle aziende; inutile dire che è peggio che andar di notte.
Sai che lavoro faccio? Sono sfruttato e sottopagato in un call center del gruppo Telecom. Facevo assistenza guasti al 187, poi ci hanno sbattuto a fare i venditori outbound…
Scrivo ancora, ma gratis. Giornaletto gratuito di Casoria, la mia città.
Quando ti leggo rivedo me. Ed anch’io, come te, ho per anni tenuto un blog in cui sfogavo la mia voglia di scrivere confidando segretamente nel fatto che qualcuno mi leggesse. Poi la mia frustrazione ha preso il sopravvento e sono scivolato verso un estremismo che ha reso le mie idee meno popolari. Così l’ho abbandonato e mi accontento di scribacchiare su qualche sitarello amatoriale. E sapessi quanto fanno male quei complimenti ricevuti da chi (tra cui un famoso giornalista napoletano) ha avuto modo di leggere i miei lavori.
Sto pensando a scappare all’estero…sarà giusto? Non farei il giornalista, ma almeno vivrei in un ambiente migliore…mediocrità lavorativa per mediocrità lavorativa…
Un saluto
Quoto cmq.
Quoto
Caro Marcello, quando ti leggo rivedo me stesso.
Ho 31 anni e da bambino sognavo di fare il giornalista; del resto scrivere è l’unica cosa che mi riesce veramente bene.
A 18 anni decisi così di iscrivermi a Scienze politiche e nel 2007 mi sono laureato con una votazione abbastanza buona.
Oggi lavoro in un call center del gruppo Telecom; 800 euro al mese, mi chiamano “risorsa”. Ero sui guasti telefonici, poi un bel giorno mi hanno sbattuto a fare le vendite telefoniche. Ti rendi conto?
Intanto scrivo per un giornale settimanale di Casoria e collaboro saltuariamente con sitarelli amatoriali sul calcio Napoli. Ogni tanto ricevo qualche complimento importante (tipo quelli di Umberto Chiariello) e, come potrai ben immaginare, la rabbia cresce in maniera esponenziale.
Inizio a pensare che forse emigrerò in Francia per provare ad insegnare italiano nelle scuole private.
Tutto qua.
Pardon, credevo di averne postati due causa login pazzo 🙂