Il dentro e il fuori

Ho scattato questa foto a Roma, stamattina. È l’interno di un palazzo di via dei Due Macelli. Centro storico, due passi da piazza di Spagna.

All’esterno è un edificio curatissimo. Un bel portone, finestre con scuri in legno, un’insegna in marmo come un’antica iscrizione, un corridoio con lastroni di pietra antica.

All’interno, però, i balconcini affacciano sull’orrore.

Il retro è un mosaico di mille costruzioni addossate come Lego, microappartamenti che si disegnano nel vuoto. E poi motori dei condizionatori, verande arrugginite, arredi dismessi e ammassati.

Ne ho viste tante di scene così, a Roma.

La sensazione è di una città che si fa bella fuori, e nasconde il brutto sul retro.

Quando mi affaccio a quei minuscoli balconi interni penso a Napoli, a certi palazzi dei Quartieri Spagnoli, distrutti all’esterno, con intonaci cadenti, i bassi recintati con muretti di pietra scoperta, una selva di paletti e antenne paraboliche. Eppure capaci, all’improvviso, quando varchi il portone, di stupirti per la loro cura, per la pulizia, per il decoro, per certe, insospettabili, magnificenze.

Brutti fuori, belli dentro. Uno schema logico completamente rovesciato. Dev’essere il nostro destino.

3 pensieri riguardo “Il dentro e il fuori”

  1. Un post davvero commovente questo. Io sono pugliese di origine, ma vivo a Roma da un po’ di anni, abbastanza da avermi permesso di vedere tanto il fuori, quanto l’interiore e l’essenziale di questa città, che come per i palazzi, contraddistingue anche il carattere di certa sua gente. Forse solo chi viene da fuori lo può veramente vedere, chi viene da realtà che non sono state abbastanza fortunate, sopratutto, e si trova a interagire con posti e gente di tutti i tipi, poichè privo di molti pregiudizi. E si, molta pulizia fuori, molta apparenza, tantissimi abbagli…ma la sostanza è marcia. Non ovunque, non sempre, ma molto spesso. Penso che l’essere al rovescio non sia destino, perchè il destino è quella cosa funesta che tuo malgrado ti capita e contro cui sei impotente. E’ una caratteristica e, forse, anche l’opportunità di riuscire a vedere la vita da prospettive diverse.
    Antonella.

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